Agostina e serafino di Giampiero murialdo
E’ l’anno 1921. Serafino Moschetti, 31 anni, dei Sergènt di Gorzegno, sposa Agostina Gallo, di anni 21, originaria dei Gàj, Castelletto Uzzone.
Entrambi fissano l’obiettivo del fotografo con sguardo serio, perfin spaesato, senza l’accenno d’un sorriso.
Agostina non sa che di lì a quattro anni il suo Serafino, uomo attivo, intelligente, ingegnoso, artista dei muri in pietra a secco, morirà nel suo letto a causa della tisi contratta nella guerra 15-18. Le verrà riconosciuto una piccola pensione come “vedova di guerra” dovendo accudire le due bimbe nate dalla loro unione: Mariuccia e Pierina.
Agostina, rimasta nella casa di Serafino, sotto il comando dell’autoritaria “madòna” (suocera) Madlinìn, assieme a quattro cognate ancora da maritare e due bimbe piccole, sposerà in seconde nozze il cognato Giuseppe, una persona buona e gentile. Allora così si usava per difendersi dalle disgrazie e tenere unite le famiglie.
Dall’unione con Giuseppe nasceranno altri cinque figli.
Mia madre, Mariuccia, nelle memorie che ci ha lasciato, ricorda così la sua mamma: “ Agostina fu sempre sottomessa alla mia nonna, che per lei fu una suocera terribile. Sapeva cucire, ricamare, tenere la casa in modo perfetto, ma non le fu mai permesso d’acquistare, lei, la stoffa con cui ci cuciva i nostri vestiti e con cui confezionava i suoi. Era sempre la nonna che faceva gli acquisti alle fiere, secondo i suoi gusti, e così per tutto il resto.
Non ha potuto mai sistemare la casa secondo i suoi gusti e neppure educare i suoi figli secondo le sue possibilità ed il suo desiderio. Se ci sono dei santi in paradiso, c'è certamente anche lei, povera, cara, santa mamma che ha sempre e solo fatto la volontà della suocera. I giovani che mettono su famiglia, fanno bene ad andarsene a vivere soli. Ora possono e devono farlo ma al tempo dei miei genitori questo non era possibile"
Nel novembre del 1949, Agostina, dopo aver solo e sempre tribolato, abbandonò questa terra , a 51 anni, per un carcinoma gastrico.
GIAMPIERO MURIALDO
Entrambi fissano l’obiettivo del fotografo con sguardo serio, perfin spaesato, senza l’accenno d’un sorriso.
Agostina non sa che di lì a quattro anni il suo Serafino, uomo attivo, intelligente, ingegnoso, artista dei muri in pietra a secco, morirà nel suo letto a causa della tisi contratta nella guerra 15-18. Le verrà riconosciuto una piccola pensione come “vedova di guerra” dovendo accudire le due bimbe nate dalla loro unione: Mariuccia e Pierina.
Agostina, rimasta nella casa di Serafino, sotto il comando dell’autoritaria “madòna” (suocera) Madlinìn, assieme a quattro cognate ancora da maritare e due bimbe piccole, sposerà in seconde nozze il cognato Giuseppe, una persona buona e gentile. Allora così si usava per difendersi dalle disgrazie e tenere unite le famiglie.
Dall’unione con Giuseppe nasceranno altri cinque figli.
Mia madre, Mariuccia, nelle memorie che ci ha lasciato, ricorda così la sua mamma: “ Agostina fu sempre sottomessa alla mia nonna, che per lei fu una suocera terribile. Sapeva cucire, ricamare, tenere la casa in modo perfetto, ma non le fu mai permesso d’acquistare, lei, la stoffa con cui ci cuciva i nostri vestiti e con cui confezionava i suoi. Era sempre la nonna che faceva gli acquisti alle fiere, secondo i suoi gusti, e così per tutto il resto.
Non ha potuto mai sistemare la casa secondo i suoi gusti e neppure educare i suoi figli secondo le sue possibilità ed il suo desiderio. Se ci sono dei santi in paradiso, c'è certamente anche lei, povera, cara, santa mamma che ha sempre e solo fatto la volontà della suocera. I giovani che mettono su famiglia, fanno bene ad andarsene a vivere soli. Ora possono e devono farlo ma al tempo dei miei genitori questo non era possibile"
Nel novembre del 1949, Agostina, dopo aver solo e sempre tribolato, abbandonò questa terra , a 51 anni, per un carcinoma gastrico.
GIAMPIERO MURIALDO